Prevenzione in azienda

Stress e lavoro in remoto: in che modo la tua personalità influenza i tuoi comportamenti online?

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I cyberattacchi non sono solo questione di competenze informatiche. Il social engineering si basa sulla manipolazione psicologica, e spinge le persone a compiere azioni o a condividere informazioni riservate. Il modo in cui pensiamo e agiamo, tuttavia, può incidere concretamente anche sul modo in cui seguiamo le regole di sicurezza su internet, così come il nostro approccio alla protezione dei dati. Impara il modo in cui la tua personalità influenza il modo in cui affronti le cyber-minacce.

Secondo uno studio condotto dalla Myers-Briggs Company, 10 anni fa, il grosso della gente non indicava il lavoro come principale fonte di stress. La maggior parte dello stress derivava dal parlare in pubblico, prendere decisioni importanti o controllare il conto in banca. Tuttavia, questi fattori di stress erano preponderanti in un’epoca molto più calma e meno caotica di oggigiorno. Dall’inizio della pandemia da COVID-19, molti hanno avuto altri problemi da risolvere, come la paura di ammalarsi o gestire il lavoro da casa. 

Lo studio Myers-Briggs, intitolato "Personalità e stress in un mondo virtuale" ha rivelato che il 67% degli intervistati ha iniziato a lavorare in remoto nel corso dell’anno. E il 47% di loro si preoccupa della propria capacità di gestire lo stress durante la crisi da coronavirus, dato che l’economia sta avviandosi alla recessione. Ma, naturalmente, ognuno reagisce in modo diverso alla situazione attuale. Mentre gli estroversi sentono la mancanza di avere persone intorno e mancano di stimoli a casa, agli introversi può non piacere un eccessivo numero di riunioni online.

 

Da qui nasce la domanda: fino a che punto il tipo di personalità può influenzare anche l’atteggiamento nei confronti della sicurezza informatica da parte dei dipendenti, o l’atteggiamento dei dirigenti aziendali nel garantire un ambiente di lavoro da remoto sicuro? Ecco perché ESET ha partecipato a un nuovo studio in collaborazione con la Myers-Briggs Company, in modo da capire dove siamo più vulnerabili. L'obiettivo era anche quello di mostrare fattori chiave di forte resilienza e leadership nel campo della sicurezza dei dati in tempi di lavoro a distanza. Lo studio ha lo scopo di aiutarti a costruire team resilienti e pratici dei fondamenti della sicurezza informatica.

 

Perché è così importante? Perché la crisi del coronavirus ha aggiunto altro stress e preoccupazioni alla nostra quotidianità. È molto più difficile concentrarsi e restare motivati sul lavoro. E i dipendenti stressati dal COVID-19 si sono rivelati una potenziale falla di sicurezza sin dagli inizi della pandemia. La ricerca ESET ha dimostrato che prima dello scoppio della pandemia COVID-19, più della metà delle imprese non disponeva di misure di continuità aziendale. Non stupisce dunque che l’80% dei rischi di sicurezza informatica che le aziende hanno dovuto affrontare durante il primo lockdown siano stati causati da fattori umani.

 

Secondo lo studio ESET, lo stress costante influenza in modo differente le diverse tipologie di personalità, e si manifesta nei modi in cui le persone gestiscono gli stress e reagiscono a certe situazioni. La Myers-Briggs Company è ben nota per il suo test della personalità, lo MBTI (Myers–Briggs Type Indicator), un questionario compilabile che evidenzia le diverse preferenze psicologiche in come le persone percepiscono il mondo e prendono decisioni. Lo studio dimostra che i dipendenti stressati sono più proni a cedere al panico e a cliccare su link dannosi. La mancanza di attenzione ai dettagli può portare a falle di sicurezza, che non sono riportate come dovuto al reparto IT.

Come si stressano le diverse tipologie di personalità, e come ognuna di queste reagisce sotto pressione? 

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